Chiarimenti su esclusione opzionale dal massimale contributivo

L’INPS, con il messaggio 25 luglio 2019, n. 2847, fornisce ulteriori indicazioni sull’esclusione opzionale dal massimale contributivo dei lavoratori della pubblica amministrazione che prestano servizio in settori in cui non sono attive forme di previdenza complementare compartecipate dal datore di lavoro.

Le istruzioni aggiuntive riguardano, in particolare, i seguenti aspetti:

• esclusione dall’esercizio dell’opzione, ovvero nel caso in cui, in assenza di forme pensionistiche di settore, le amministrazioni abbiano istituito forme di previdenza per il proprio personale, con una quota di contribuzione a proprio carico, che integrano il trattamento di previdenza obbligatorio ai fini IVS;
• effetti dell’attivazione di forme di previdenza compartecipate dal datore di lavoro, successive all’esercizio dell’opzione, per cui i lavoratori che hanno esercitato l’opzione e si avvalgono successivamente di forma di previdenza complementare compartecipate dal datore di lavoro saranno nuovamente assoggettati al massimale contributivo; l’applicazione del massimale decorre dal mese in cui producono gli effetti dell’adesione alle suddette forme di previdenza;
• esercizio del diritto di opzione da parte di coloro che hanno presentato una domanda di riscatto del corso di laurea o di accredito figurativo relativa a periodi anteriori al 1° gennaio 1996, i quali non sono soggetti all’applicazione del massimale annuo della base contributiva e pensionabile;
• i lavoratori che hanno esercitato il diritto di opzione possono presentare domande per la valorizzazione di periodi anteriori al 1° gennaio 1996;
• i dipendenti in servizio alla data di entrata in vigore del D.L. n. 4/2019 (29/01/2019) e che abbiano superato il massimale contributivo negli anni precedenti il 2019, potranno indicare nel modulo di richiesta, nel campo relativo al periodo retributivo in cui hanno superato il massimale, il solo anno in cui è stato superato per la prima volta.

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