Il Patronato e la tutela delle invalidità: lo sportello quale luogo fisico e professionale

a cura di Vittorio Glassier

Coloro che chiedono le prestazioni dell’INAIL, dell’invalidità pensionabile INPS e dell’invalidità, cecità e sordità civile hanno la caratteristica particolare di avere “problemi di salute”. Questi problemi sono espressi allo sportello del Patronato sotto forma di:

  • affermazioni varie, come “sono ammalato, sono invalido, non riesco a lavorare, ecc.”
  • descrizione di disturbi, come “ho mal di schiena, ho una gamba rigida, non vedo bene, ecc.”
  • riferimento a diagnosi di malattie o di eventi patologici come “ho il diabete, l’ipertensione, le vene varicose, ho avuto un ictus, sono stato operato per un tumore al polmone, ecc.”.

I problemi di salute sono espressi come determinati bisogni che, riguardando la vita nelle sue manifestazioni quotidiane e nelle sue implicazioni sociali e lavorative, inquadrano precisi diritti da ottenere come la rendita, la pensione, l’indennità di accompagnamento, la protesi o gli ausili per l’incontinenza, il collocamento mirato o il cambio di mansione, i benefici per le persone handicappate e così via.

I problemi di salute, i bisogni connessi e i diritti invocati sono espressi allo sportello del Patronato che, dunque, diventa luogo fisico di affluenza e di raduno e luogo professionale di assistenza e tutela per diritti collegati all’indennizzo INAIL, all’invalidità, all’handicap e alla disabilità.

Lo sportello è prima di tutto un luogo fisico dove si organizza l’affluenza e l’incontro. La persona invalida o sofferente ha bisogno di spazio/tempo dedicato e di attenzione particolare e diversa da quella degli altri utenti che si rivolgono al Patronato. Le sale d’aspetto troppo affollate, oltre che non accoglienti, sono da considerarsi fattori di rischio ulteriore per chi già è cagionevole o indebolito da patologia.

Lo sportello è, inoltre e soprattutto, luogo professionale, dove si svolge un colloquio e alcuni atti che portano il Patronato all’impegno giuridico sottoscritto nel mandato. Il colloquio riguarda un argomento delicato e complesso che può avere risvolti emotivi variabili da persona a persona. Il linguaggio utilizzato allo sportello è sufficientemente tecnico, tale da non essere maschera per nascondere la poca preparazione dell’operatore. Infatti, il linguaggio tecnico è sempre traducibile con parole comprensibili anche per l’utente.

Lo sportello è luogo di scambio consapevole di informazioni tra operatore e utente. Esse provengono:

  • dal cittadino/lavoratore e sono raccolte dall’operatore del Patronato. Esse sono indispensabili per la consulenza e per determinare l’intervento del Patronato, oggetto del mandato;
  • dall’operatore di Patronato, che all’utente spiega il diritto attivato dall’intervento oggetto del mandato, le procedure nei modi e nei tempi indispensabili, gli esiti che si aspettano.

Lo sportello, quando agisce in tutela dell’invalidità, è anche incontro e confronto di saperi tra utente, operatore e i consulenti medici e legali. Il medico-legale e l’avvocato tendono a parlare professionalmente e il loro linguaggio è pieno di parole tecniche, parole che, non sempre ben comprese, tendono ad essere utilizzate anche dall’operatore.

Attenzione particolare deve essere data all’utilizzo delle conoscenze e dei documenti che transitano nello sportello; conoscenze e documenti che devono stare entro l’alveo del trattamento dei dati personali e del segreto professionale.

In conclusione, il Patronato per lo svolgimento della sua attività necessita di operatori professionali e dell’opera di medici e avvocati che insieme costituiscono la squadra professionale dell’Ente, la sua forza e la sua autorevolezza.

Vittorio Glassier

Dipendente del Patronato Acli dal 1978 al 2013, data della pensione. Dal gennaio 2014 consulente del Patronato Anmil in materia di INAIL, disabilità e invalidità. Si è sempre occupato dei diritti previdenziali e assistenziali connessi agli stati di invalidità, con particolare riguardo alle materie dell’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali, della prevenzione antinfortunistica, delle invalidità civili e delle tutele ex Legge 104. Dal 2007 al 2008 ha fatto parte della Commissione Senato di inchiesta sulle “morti bianche”. Autore di diverse pubblicazioni.