Il cellulare ti fa male lo so!

Commento Corte d’Appello di Torino – Sez. Lavoro – Sentenza 3/12/2019 – 14/01/2020
a cura di Avv. Aldo Arena

La pronuncia in esame conferma la Sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Ivrea nell’anno 2017 secondo la quale è stata raggiunta la prova che l’utilizzo eccessivo del cellulare da parte di un lavoratore sia in grado di provocargli un “neurinoma dell’acustico”.

Le parti del processo erano esclusivamente il lavoratore e l’INAIL e non anche l’azienda. Nella fattispecie, l’onere probatorio a carico del lavoratore era duplice: l’iscrizione all’INAIL (c.d. requisito soggettivo) ed il nesso causale tra l’esposizione lavorativa e l’insorgenza della patologia denunciata (c.d. requisito oggettivo).

Il “neurinoma dell’acustico” è una malattia professionale non tabellata, pertanto la prova dell’origine lavorativa grava interamente sul lavoratore e deve essere valutata con ragionevole certezza. Di conseguenza, il giudice dopo aver escluso la rilevanza della mera possibilità dell’origine professionale, può valutare la prova secondo un rilevante grado di probabilità.

La Sentenza in esame è degna di nota anche per l’esclusione dalle consulenze tecniche di studi scientifici realizzati da autori in conflitto di interessi in quanto realizzati da scienziati finanziati, seppur indirettamente, dall’industria della telefonia. La C.T.U. ha riscontrato la causa della malattia tumorale uditiva nell’utilizzo intenso del cellulare a contatto con il viso. È emerso che la causa della malattia è cagionata maggiormente dalle “vecchie” tecnologie telefoniche: ETACS e GSM 2G, diffuse all’incirca dagli anni 90 fino al 2010.

Dagli studi è emerso, altresì, che il mancato utilizzo degli auricolari, in quegli anni poco sfruttati, alimenta la nocività delle radiazioni per la vicinanza del dispositivo al viso.

Il lavoratore era dipendente TELECOM S.p.A. e svolgeva la mansione di coordinatore/referente di altri dipendenti TELECOM trascorrendo mediamente 4 ore al giorno al telefono cellulare e utilizzando dal 1995 al 2010 dispositivi con le tecnologie sopraindicate.

In conclusione, visto che l’utilizzo di dispositivi telefonici cellulari continua ad essere di uso generalizzato e corrente, si rileva che gli studi scientifici hanno evidenziato una maggiore nocività delle predette tecnologie, oramai praticamente desuete, rispetto a quelle più moderne 3G, 4G e 5G. Tuttavia, gli esperti non escludono che anche queste recenti tecnologie siano dannose per l’apparato uditivo. È consigliato, pertanto, l’utilizzo di auricolari con filo durante le telefonate.

AVV. ALDO ARENA

Laureato in Giurisprudenza, iscritto all’Albo degli Avvocati di Bergamo ed all’Albo Cassazionisti dal 2004. Ha un proprio studio professionale a Bergamo. Si occupa tra l’altro di diritto previdenziale ed assistenziale, di diritto penale e responsabilità civile per infortuni sul lavoro e malattie professionali, oltre che di contrattualistica in materia di diritto del lavoro.